
L’esigenza primaria di unitarietà negli
indirizzi della pianificazione di emergenza, per evitare particolarismi
locali nei metodi e per utilizzare un linguaggio comune in caso
di calamità, ha portato il Dipartimento della Protezione Civile
all’elaborazione di un metodo di pianificazione chiamato Augustus
e alla conseguente formazione di volontari esperti nella predisposizione
di piani comunali e/o intercomunali di emergenza atti a fronteggiare
eventi calamitosi con il preciso scopo di ridurre al minino i
danni.
Per questo motivo 27 Istruttori della Società Nazionale di Salvamento
sono stati convocati al corso per volontari esperti in pianificazione
e gestione delle emergenze con riferimento alla sicurezza in mare,
svoltosi dal 23 al 28 giugno presso il Centro formazione della
Protezione Civile a Castelnuovo di Porto (Roma), tra cui per la
Toscana era presente il direttore della sezione dell'Isola d'Elba,
Mazzei Stefano.
Una settimana intensa durante la quale gli esperti e i dirigenti
del Dipartimento della Protezione Civile, hanno illustrato il
metodo Augustus, che oltre a rappresentare una base comune di
pianificazione dell’emergenza a seconda dei rischi che insistono
sul territorio, delinea con chiarezza un sistema di lavoro semplice
nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare
con efficacia la risposta di protezione civile locale, provinciale,
regionale e nazionale.
Con
il Metodo Augustus si è infatti eliminata l’obsoleta concezione
di considerare i piani di emergenza come lunghe liste di materiali
e mezzi, senza una precisa finalità derivante dalla non conoscenza
dello scenario.
A seguito dell’entrata in vigore del 112/98, gli enti locali sono
oggi chiamati a svolgere funzioni fondamentali dell’attività di
protezione civile, quali l’attuazione dei compiti di previsione
e degli interventi di prevenzione; la predisposizione dei piani
comunali di emergenza; la gestione dei primi soccorsi e interventi
urgenti; la predisposizione di strutture di emergenza; l’utilizzazione
del volontariato.
Tra questi il Comune è, tra i diversi soggetti, certamente quello
più coinvolto e che porta maggiori responsabilità gestionali in
occasione delle emergenze: per questo conta e rischia molto più
degli altri referenti. Infatti la normativa nazionale (legge 24.2.1992
n. 225) assegna competenze e responsabilità del tutto personali
al Sindaco quale massima autorità locale in materia di protezione
civile e di tutela della popolazione.
Tra l’altro, oltre a guidare e coordinare la macchina comunale,
a dare indirizzi per la pianificazione d’emergenza e a preservare
la cittadinanza dai pericoli, il Sindaco è chiamato oggi a curare
puntualmente l’informazione sui rischi e la divulgazione dei piani
comunali e provinciali.
Oltre al sindaco anche la Comunità Montana ”unione di Comuni montani
e parzialmente montani” per la “gestione associata sovracomunale
di funzioni e servizi, con un organo rappresentativo ed uno esecutivo
composti da sindaci assessori e consiglieri dei comuni” (D.L.vo
267/2000); sempre ai sensi della 225/92 art. 6, è una componente
del Servizio Nazionale della Protezione Civile in quanto provvede
secondo il rispettivo ordinamento e le rispettive competenze “all’attuazione
delle attività di protezione civile”.
In un territorio che comprende comuni montani soggetti ad eventi
calamitosi è opportuno che la Comunità Montana realizzi un servizio
associato di protezione civile, a favore soprattutto dei comuni
più piccoli con poche risorse economiche e strutturali.
L’attività si configura nell’organizzazione di una Sala Operativa
Unificata per la gestione dell’emergenza e di una pianificazione
intercomunale di emergenza secondo il tipo di rischio, realizzata
sulla base degli indirizzi regionali (D.L.vo 112/98 art. 108).
La protezione civile è uno dei servizi indispensabili per i comuni
(D.M. 28/05/1993,art. 1) e deve essere svolto in modo continuativo
e costante anche in tempo ordinario con lo svolgimento delle attività
di previsione, prevenzione, pianificazione e gestione dell’emergenza.
Lo scopo fondamentale del “servizio associato di protezione civile”
della Comunità Montana è fornire un valido supporto nelle attività
di previsione e prevenzione, pianificazione e gestione dell’emergenza
a livello comunale ai Sindaci (D.L.vo. 112/98 art. 108), autorità
di protezione civile (L. 225/92, art. 15) responsabili, nel proprio
territorio, del soccorso e della salvaguardia di tutti i cittadini
in caso di evento calamitoso.
La Comunità Montana inoltre aiuta a veicolare le decisioni operative
attuate a livello provinciale mediante il Centro Coordinamento
Soccorsi (C.C.S.), configurandosi come un vero e proprio Centro
Operativo Misto (C.O.M.).
Documentazione
del Dipartimento Protezione Civile Nazionale
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