PROGETTO "SALVACUORE"
- S.N.S. Sez. Isola d'Elba
(2004)
Denominazione
progetto: “Salvacuore”
Inizio progetto: 15 giugno 2004;
Diffusione: Isola d’Elba
Soggetti interessati:
Enti pubblici, Aziende private, volontariato, studenti, docenti
scuole, Forze dell’Ordine.
Associazione proponente:
Società Nazionale di Salvamento – Sezione Isola d’Elba - ONLUS
- Iscritta al Registro regionale sezione provinciale delle Organizzazioni
di Volontariato n° 615V del 17/12/1999
Salita Napoleone - casella postale 146 - 57037 Portoferraio (LI)
- Tel. 347.3740643
Partner: S.M.E. 118 Isola d’Elba, Confesercenti, Banca
dell'Elba
Responsabile progetto: Mazzei Stefano – Direttore S.N.S.
Sez. I. Elba.
Sponsor: Centro Forniture Sanitarie, Dan Europe,
Mortara Rangoni, Banca dell'Elba Credito Cooperativo.
Premessa:
Si calcola che i casi di arresto cardiaco in Italia siano circa
40.000 per anno dovuti a malattie cardiovascolari ed in particolare
ad attacco cardiaco. Non sono disponibili dati sui casi secondari
ad incidenti stradali, minaccia di annegamento, soffocazione/intossicazione,
folgorazione elettrica ed avvelenamento da farmaci e/o droghe.
La morte improvvisa fuori ospedale rappresenta inoltre il 91%
di tutte le morti improvvise.
Dopo 4 minuti dall’arresto cardiaco e senza alcun intervento inizia
un danno cerebrale che diventa praticamente irreversibile dopo
10’. Per questo è importante che ogni cittadino sia addestrato,
oltre che ad attivare il sistema di emergenza (118), ad iniziare
la semplice manovra della Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP),
che è stata calcolata in grado di allungare ad 8’ il tempo di
sopravvivenza senza danno cerebrale.
Ogni
anno inoltre in Italia 160.000 persone vengono colpite da attacco
cardiaco, una ogni 3-4 minuti. Circa 40.000 non sopravvivono e
di queste 26.000 muoiono prima di raggiungere l’Ospedale, in più
della metà dei casi per arresto cardiaco.
In tutti i paesi più avanzati dal 1960-70 sono in atto programmi
standardizzati per l’addestramento anche dei “laici” alla RCP,
divenuti indispensabili dalla introduzione dei defibrillatori
in grado di ripristinare un regolare ritmo cardiaco nella maggior
parte dei casi di fibrillazione ventricolare, l’aritmia fatale
che è quasi sempre alla base dell’arresto cardiaco.Va inoltre
sottolineato che la mortalità generale nel nostro paese è per
il 43% legata alle malattie cardiovascolari, malattie di tipo
cronico-degenerativo il cui danno da eventi acuti può essere limitato
da interventi precoci e tempestivi (il che implica la necessità
di riconoscere i primi segni di questi eventi), e che per l’essere
determinate da fattori di rischio in parte modificabili possono
essere prevenute o almeno ritardate con grande vantaggio per l’individuo
e per la comunità. L’arresto cardiocircolatorio colpisce improvvisamente
e non ha rispetto per l’età: è già successo su campi sportivi,
per annegamenti, per folgorazioni. Per questo e non soltanto per
le malattie cardiache è importante saper fare la manovra di rianimazione
cardiopolmonare (RCP) con l’utilizzo dell’AED.
Obiettivo:
Addestrare il maggior numero di persone a saper eseguire una manovra
semplice ma indispensabile in caso di arresto cardiocircolatorio
e diffondere l’AED sul territorio: traghetti, supermercati, forze
dell’ordine, strutture alberghiere, impianti sportivi, stabilimenti
balneari, porti, cinema ecc.
Defibrillatore Automatico
Esterno
Il D.A.E. infatti, costruito con un software identico e quello
dei defibrillatori impiantabili interni che da anni si utilizzano
con successo nei pazienti a rischio di morte improvvisa, è in
grado di effettuare una diagnosi di fibrillazione ventricolare
praticamente senza possibilità di errori.
La verifica del corretto utilizzo negli ultimi anni ha infatti
fornito i seguenti risultati:
• SPECIFICITÀ = 99.9 %. La capacità
di riconoscere correttamente una Fibrillazione Ventricolare è
risultata prossima al 100%. La possibilità che un intervento inappropriato
(già rarissimo) provochi una F.V. è ancora più remota e comunque
questa sarebbe immediatamente corretta da un nuovo shock.
• SENSIBILITÀ = 98 %. È lievemente
più concreta la possibilità che la macchina non eroghi lo shock
quando questo era indicato; ciò a causa della progressiva riduzione
delle onde di fibrillazione che saranno interpretate come asistolia.
Ma in questo caso, per l'eccessivo tempo trascorso dall’inizio
della F.V., il paziente sarà comunque difficilmente recuperabile.
• SICUREZZA = assoluta. Il D.A.E.
è stato concepito per offrire una sicurezza assoluta sia per il
paziente che per l'operatore. Benché il circuito si chiuda tra
i due poli e quindi non esista concreto pericolo anche toccando
una mano o un piede del paziente (con i defibrillatori impiantabili
che erogano una energia solo 5 volte inferiore non sono mai stati
registrati incidenti neanche se la scarica è avvenuta mentre il
paziente era ...tra le braccia del partner!), la sicurezza è una
degli aspetti sui quali si insiste maggiormente durante il corso
per F.R.; pertanto anche la più remota possibilità di pericolo
viene allontanata con un minimo di prudenza nel momento in cui
si invia la scarica.
• FACILITÀ D'USO = estrema. È sufficiente
riportare un esperimento effettuato dal dr. Gust Bardy - il vero
profeta della defibrillazione precoce a livello mondiale - nella
sua Seattle. Cosa ha fatto Bardy? Ha preso una quindicina di bambini
di circa dodici anni e, uno alla volta, ha dato loro un defibrillatore
semiautomatico senza spiegare preventivamente come si dovesse
utilizzare. Ha poi detto loro che in una stanza accanto un compagno
stava malissimo e che avrebbe potuto perdere la vita senza un
loro tempestivo intervento. Resi edotti da E.R. e Baywatch i ragazzi
hanno capito immediatamente che avevano in mano un defibrillatore,
si sono resi conto di come doverlo usare, ed hanno erogato una
scarica (simulata) in una media di 90 secondi! Quasi tutti i bambini,
addestrati successivamente con un regolare corso, sono stati in
grado di defibrillare in un tempo inferiore a quello impiegato
da personale sanitario professionale. Non sono necessari altri
commenti sulla sicurezza e facilità d'uso dei D.A.E.
Un programma per la
vita
La affidabilità dei defibrillatori semiautomatici ha consentito
negli ultimi anni l'avvio di progetti di defibrillazione extraospedaliera
nei quali anche personale cosiddetto "laico" - ossia non medico
o professionale - è stato addestrato all'utilizzo di questi apparecchi.
I punti focali di un progetto del genere diventano allora tre:
1. Utilizzare defibrillatori semiautomatici;
2. Distribuirli capillarmente nel territorio;
3. Affidarne l'uso anche a "laici".
Il defibrillatore semiautomatico, con la sua diagnosi assolutamente
affidabile, rende ininfluente la presenza del medico. Anzi anche
medici o infermieri abilitati professionalmente all'uso del defibrillatore
ma non abituati al suo uso, possono, con un apparecchio del genere,
svincolarsi dalle incertezze e dai dubbi che la "non pratica"
determina. Il tutto a vantaggio del paziente che sarà defibrillato
prima e con maggiore sicurezza.
1. La distribuzione capillare sul territorio è l'unica che può
garantire la presenza materiale di un defibrillatore a pochi minuti
dal paziente. La scelta dei luoghi ove collocare gli apparecchi
deve privilegiare da un lato la densità o la concentrazione della
popolazione (principio della maggiore possibilità dell'evento)
e dall'altro l'isolamento del gruppo (ad una località con difficoltà
di intervento del 118 in tempo utile bisogna dare una chance!).
È comunque fin d'ora da prevedere una futura distribuzione sempre
più capillare del D.A.E. che dovrà arrivare avere una distribuzione
simile ad un estintore. All'aeroporto di Chicago sono stati collocati
moltissimi defibrillatori tanto che la distanza tra l’uno e l'altro
percorribile a piedi è di 60 secondi. Come già ricordato nella
“esperienza americana" i risultati sulla sopravvivenza sono eccezionali.
2. Se non si addestrano all'uso dei D.A.E. i non medici lo scopo
non può essere raggiunto. Col termine laico intendiamo tutte quelle
persone che per lavoro o per hobby o anche solo per ...caso possono
trovarsi nelle immediate vicinanze di un paziente colpito da arresto
c.c. Ecco allora che laici saranno anzitutto i volontari del soccorso
che molto più facilmente e con maggiore predisposizione di altri
sapranno intervenire, ma anche agenti della polizia stradale,
carabinieri, vigili del fuoco e vigili urbani, farmacisti, massaggiatori
e addetti agli impianti sportivi, uscieri, baristi e…chi più ne
ha più ne metta.
L' esperienza americana
La defibrillazione precoce viene attuata negli U.S.A. già da molti
anni e i risultati sono stati sempre molto incoraggianti. Inizialmente
sono stati avviati programmi di insegnamento della elettrocardiografia,
e della aritmologia in particolare, a vigili del fuoco, polizia
e personale di sicurezza, specie nelle cittadine ove non erano
presenti ospedali o centri di soccorso; ma sono stati casi abbastanza
isolati e non privi di ovvie critiche. Il vero impulso alla metodica
è stato dato dalla messa in commercio dei defibrillatori semi
automatici. Con tali apparecchi hanno preso il via innumerevoli
programmi sperimentali di defibrillazione precoce che hanno dato
in alcuni casi riduzioni della mortalità vicine al 50%.
Recentemente
la Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota (USA) ha equipaggiato
i veicoli della polizia con defibrillatori semi automatici. Il
tempo medio di intervento in caso di a.c.c. extraospedaliero è
sceso fino a 5.5 min' decisamente inferiore a quello pur buono
di Seattle (7 min') ed a quello insufficiente di New York e Chicago
(12 min'). Nei primi due anni (dati pubblicati nel 1996) a Rochester
sono sopravvissuti all'a.c.c. extraospedaliero 41 pazienti su
84 che presentavano una F.V. con una percentuale di sopravvivenza
del 49%, mentre a Seattle era del 20 % ed a New York e Chicago
solo del 1-2 %. Nei successivi due anni (1998) sempre a Rochester
la percentuale di sopravvivenza si stabilizzava sul40 % con 53
pazienti colpiti da F.V. e dimessi vivi dall'ospedale su un totale
di 131.
Indipendentemente dai numeri e dalle modalità per estrapolarli
dalle varie casistiche ciò che balza evidente è la differenza
riscontrabile nelle stesse realtà prima e dopo l'avvio di programmi
di defibrillazione precoce affidate a "laici". I primi studi avviati
sin dal 1980 e rimasti d'esempio per i successivi programmi sono
il King Country Study nel quale le percentuali sono passate dal
7 al 26 % ed lo Iowa dal 3 al19 %.
Molti altri studi si sono proposti di verificare la concreta efficacia
della defibrillazione precoce soprattutto in rapporto al tempo
di intervento. Da segnalare quello realizzato a Seattle da Weaver
che ha notato la maggiore percentuale di sopravvivenza dei pazienti
trattati dai VV.FF. (30%) contro quelli trattati dai paramedici
(18%). Ed anche qui il maggior successo era imputabile ad una
maggiore precocità dell'intervento per i VV.FF. rispetto ai paramedici.
Sulla base di questi risultati all'aeroporto di Chicago sono stati
posizionate decine di DAE. Sono contenuti in armadietti accessibili
a tutti e disposti ad una distanza, l'uno dall'altro, percorribile
a piedi in 60 secondi. Tutto il personale dell'aeroporto è addestrato
al loro utilizzo e pertanto l'intervento di defibrillazione si
realizza in 2-3 minuti. I risultati che si stanno ottenendo pare
siano eccezionali con percentuali di successo del 70-80 %.
Percentuali di successo analoghe si stanno registrando nelle case
da gioco di Las Vegas ove l'arresto cardiaco da ...forte emozione
è molto frequente. Considerando che ogni anno muoiono in aereo
per arresto cardiaco dalle 500 alle 1000 persone - ossia un numero
superiore ai decessi per incidente aereo! - molte compagnie hanno
pensato di addestrare i propri dipendenti all'uso di un DAE ed
hanno cominciato a dotare ogni aereo del defibrillatore. D'altra
parte hanno anche capito che la spesa sarebbe stata molto inferiore
rispetto ai risarcimenti richiesti dai parenti dei deceduti. Dopo
la Quantas, la British e tante altre anche l'Alitalia per i voli
intercontinentali si sta attrezzando in tal senso. Le prime statistiche
parlano di successi prossimi al 100%.
Come fare:
Il supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life
Support – BLS e BLS-D) consiste nelle procedure di Rianimazione
Cardio Polmonare necessarie per soccorrere un individuo che:
ha perso coscienza, ha una ostruzione delle vie aeree o si trova
in stato di apnea per altri motivi, è in arresto cardiaco. L’obiettivo
principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali;
le procedure sono finalizzate a :
• prevenire l’evoluzione verso l’arresto cardiaco in caso di ostruzione
respiratoria.
• provvedere alla respirazione e alla circolazione artificiali
in caso di arresto cardiaco.
• utilizzare un defibrillatore semiautomatico.
In quanto tempo: solo 6 ore
Le prime 2 ore di lezione teorica (con diapositive standard)
Le seconde 3 ore di addestramento su manichino con il defibrillatore.
L’ultima ora sarà dedicata al test di valutazione del corso.
Costi: La partecipazione ai corsi è gratuita per i volontari del
soccorso, studenti, docenti scuole, forze di polizia e per il
personale delle Aziende private che acquisteranno un D.A.E.
Quando e dove:
Il corso si terrà e direttamente presso la sede della
Scuola, l’Azienda o L’Ente con orari da concordare, fermo restando
che la parte di addestramento deve svolgersi il sabato. Per le
scuole il corso viene svolto in orario scolastico con la presenza,
se possibile, di un docente.
Risultati:
saranno resi noti periodicamente attraverso gli organi
della stampa: quotidiani, riviste, TV, radio, pubblicazioni e
il sito internet www.bagnini.org
Conclusioni: Da quanto sopra esposto concludiamo che la terapia
per una fibrillazione ventricolare è una scarica elettrica applicata
sul torace che lasci fluire nel cuore una corrente molto elevata.
Questa, provocando una contrazione univoca del muscolo cardiaco,
interrompe le contrazioni vermicolari e permette di riprendere
una normale funzionalità. Le manovre di RCP, se un defibrillatore
non è immediatamente disponibile, sono essenziali per ridurre
l'ipossia non solo cerebrale, ma anche cardiaca, perché un cuore
defibrillato riprenderà la sua attività purché non abbia subito
danni irreparabili.
I
defibrillatori oggi in uso sono bifasici o monofasici, ma si va
sempre più diffondendo l'utilizzo dell'onda bifasica, che permette
uguale efficacia con energie inferiori e quindi con minor effetti
lesivi da corrente. La messa in commercio di defibrillatori semi
automatici ne consente l'utilizzo anche da parte di personale
non sanitario, così che la sopravvivenza di una persona colta
da arresto cardiaco dipenderà solo dalla diffusione e dislocazione
di tali apparati in quanti più posti possibile. Una dislocazione
remota e capillare sul territorio è resa possibile dai moderni
progressi costruttivi che riducono la manutenzione di tali apparecchi
quasi a zero, pur preservando la grandissima affidabilità.
Un Programma di Defibrillazione Precoce così impostato non potrà
non dare i suoi risultati. Certo perché entri pienamente a regime
occorreranno mesi, forse anni, ma i risultati verranno! Inizialmente
si potrà trepidare per il primo caso che non arriva e che sembra
mettere in discussione i molti mesi di lavoro e i soldi spesi,
ma quando, come già accaduto in altre esperienze, dove si percepisce
la riconoscenza incredula del "resuscitato" e dei suoi familiari,
quando si legge negli occhi dei volontari che hanno effettuato
l'intervento la gioia inebriante per la vita salvata, si capisce
che ne è valsa la pena!
Questo stesso progetto è stato già promosso con successo dall’Associazione
Onlus Brianza per il Cuore ( www.brianzaperilcuore.org
) alla quale vanno tutti i nostri più sentiti ringraziamenti per
il lavoro svolto nella prevenzione delle malattie cardiovascolari,
in modo particolare ai fondatori dell’Associazione il Prof. Giancarlo
Colombo e il Prof. Franco Valagussa.
Arresto cardiaco: due storie che devono fare riflettere from Stefano Mazzei on Vimeo.
Che cosa abbiamo già fatto:
Per maggiori informazioni: CLICCA
QUI
RIFERIMENTI
NORMATIVI
ATTENZIONE: i soci
interessati a fare parte del gruppo operativo di Protezione
Civile per l'uso del defibrillatore, possono mettersi in contatto
con il responsabile della Sezione: info@bagnini.org
Società Nazionale di Salvamento –
Sezione Isola d’Elba - ONLUS
Sito di riferimento: www.annodelcuore.it
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